giovedì 15 maggio 2014

Che cosa fareste se non aveste paura?

Tanti si saranno chiesti: “Quante cose avrei voluto e potuto fare, vorrei ancora fare e al contrario non realizzo per il timore di non farcela, di non avere la forza e coraggio necessari, per timore sostanzialmente del cambiamento?”.
Quanto ci troviamo di fronte ad una scelta solitamente la nostra mente si focalizza maggiormente su quanto andremo a perdere più che su quanto stiamo per guadagnare. Vogliamo e sogniamo il futuro, ma rimaniamo ancorati al passato. Perché?
La risposta è semplice: il passato lo conosciamo, lo fronteggiamo, lo controlliamo. Il futuro no, il futuro rappresenta l’ignoto di fronte al quale ci sentiamo indifesi e inermi. Il punto di partenza non è passato o futuro, ma noi stessi, sono la nostra insicurezza e mancanza di fiducia che ci portano all’immobilismo, alla coazione a ripetere azioni e modelli relazionali disfunzionali. E’ la paura che ci blocca e ci impedisce il cambiamento. La mancanza di fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità e risorse ci tiene ancorati al passato.
E’ bene tenere a mente che l’oggetto delle nostre paure non è mai tanto spaventoso quanto noi lo immaginiamo. La maggior parte dei nostri timori sono irrazionali. La paura che noi stessi alimentiamo con la nostra immaginazione è peggiore della realtà. Tanto più ci soffermiamo sulle conseguenze negative e non sulle opportunità positive tanto più rimarremo paralizzati e inattivi.
A volte siamo in grado di “fiutare” per tempo il cambiamento e siamo pronti all’azione, altre volte neghiamo il cambiamento e vi resistiamo.
Quel che è certo è che il cambiamento è inevitabile. Vivere in un’epoca caratterizzata da continui cambiamenti può risultare stressante a meno che non si possieda una visione del cambiamento atta a comprenderlo e accettarlo.
Di fronte ad un cambiamento chi rimane paralizzato e inattivo, rimugina e si domanda continuamente: “Perché mi hanno fatto questo torto?”, “Perché proprio a me?” aspettandosi una sorta di risarcimento, un indennizzo per il danno ricevuto immeritatamente. E intanto il tempo passa e con esso diminuisce la speranza di riavere quanto perduto, la fiducia in se stessi vacilla sempre più e si cade in stati depressivi dai quali è talvolta difficile uscire. E’ a questo punto che dobbiamo porci una domanda: “Credo veramente che la situazione possa migliorare da sola?”, “Cosa sto facendo affinché la mia condizione possa migliorare?”. Se la risposta alla prima domanda è SI e alla seconda è NIENTE, è arrivato il momento di reagire! E’ arrivato il momento di rendersi conto che non possiamo fare e rifare sempre le stesse cose e poi chiederci come mai la nostra condizione non migliora. E’ arrivato il momento di essere consapevoli che continuando così la situazione non migliorerà. E’ arrivato il momento di comprendere che le cose cambiano e non tornano più le stesse.
E’ arrivato il momento di non curarci del passato e concentrarci sul presente. E’ arrivato il momento di rinunciare alle vecchie abitudini disfunzionali, di superare le paure e agire.

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